La guerra non comporta la necessità di rivedere le linee strategiche del Piano

Il 31 maggio 2022, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha dato lettura delle Considerazioni finali in occasione della presentazione della Relazione annuale sul 2021. Con riferimento al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Governatore ha affermato che «Il Pnrr costituisce uno strumento decisivo» per «superare le debolezze che rallentano lo sviluppo per interrompere il ristagno della produttività, contrastare l’effetto delle tendenze demografiche sull’offerta di lavoro, ridurre il peso del debito pubblico». Ha poi aggiunto che «La crisi innescata dalla guerra in Ucraina – ha detto – non comporta la necessità di rivedere le linee strategiche del Piano, accresce semmai l’esigenza di accelerare la transizione verde. Le difficoltà connesse con il rincaro dei beni energetici potranno essere superate, come sta già avvenendo, con specifici stanziamenti». Visco ha poi sottolineato l’enorme impatto del PNRR sulla nostra economia, in particolare con la missione 1 (digitale) e la missione 2 (green). «È cruciale – ha detto il Governatore – che la struttura della nostra economia si apra al cambiamento, avvalendosi dei programmi e delle riforme previsti dal Pnrr, per innalzare la propensione delle imprese a crescere e a investire nell’innovazione e nella valorizzazione del capitale umano. Di questo vi è particolare bisogno nelle regioni del Mezzogiorno, dove risiede oltre un terzo della popolazione italiana ma si genera poco più di un quarto del prodotto nazionale, e dove il livello medio del Pil per abitante è inferiore del 45 per cento a quello del Centro Nord. Il sempre più ampio divario territoriale nello sviluppo dell’economia riflette, insieme con le diffuse insufficienze dell’azione pubblica, il peso contenuto e i ritardi del settore produttivo privato; vi incide pesantemente il radicamento sul territorio delle organizzazioni criminali che impone costi alle imprese e falsa il funzionamento del mercato e le dinamiche concorrenziali».

Per approfondire si rinvia alla pagina dedicata alla Relazione annuale sul 2021, disponibile sul sito web di Banca d’Italia.