Una parte ancora non quantificata del PNRR è a rischio di fronte al termine del 30 giugno 2026: è di questo che si sta occupando negli ultimi giorni il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR del governo Meloni, Raffaele Fitto, per evitare lo scenario peggiore.
I ritardi sono evidenti e la possibilità di recuperare le tempestiche del cronoprogramma è ormai remota, nel tempo restante di due anni.
L’idea è quella di proporre alla Commissione europea una nuova revisione tecnica del Piano, dopo quella approvata lo scorso maggio dal Consiglio Ue, tramite cui la rata conclusiva del PNRR dovrebbe essere confermata al Governo per tutti quei progetti che a giugno 2026 avranno raggiunto l’85-90% del target. L’incapacità di concludere l’opera al 100% dovrà essere certificata dai soggetti attuatori con documenti comprovanti l’impossibilità oggettiva (“criticità oggettive sui tempi e le modalità di attuazione”).
Saranno i comuni stessi e i soggetti attuatori tutti a “doversi prendere le proprie responsabilità” comunicando alla Cabina di regia PNRR l’opportunità (o la non-opportunità) per ciascun progetto di arrivare alla deadline con l’opera completata al 100% o all’85-90%. I dati di tale censimento dovrebbero essere disponibili già a fine agosto, inizio settembre.
Viene scartata dal ministro Fitto, invece, la proposta del collega dell’Economia Giancarlo Giorgetti di rinviare la scadenza finale del Piano.
MV