Nuova modifica al PNRR italiano: il Consiglio Europeo approva la quarta revisione del piano

Il Consiglio Europeo ha approvato il 18 novembre una nuova modifica al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano, confermando le difficoltà che il Paese sta incontrando nell’attuazione del piano. Con questa decisione, l’Italia diventa l’unico Paese europeo ad aver richiesto quattro revisioni al proprio PNRR.

La revisione italiana segna un cambiamento nella strategia di attuazione: più che posticipare le tempistiche, l’obiettivo è stato alleggerire alcuni vincoli inizialmente previsti. Tuttavia, questo adattamento solleva dubbi sul mantenimento delle ambizioni originarie del piano.

L’Italia, pur non essendo l’unico Paese a richiedere modifiche al proprio piano, detiene il primato con quattro istanze presentate alla Commissione Europea. Altri Stati, come Cipro, Germania, Grecia e Finlandia, si sono fermati a tre richieste. Questa situazione riflette la complessità dei piani nazionali e, in particolare, le difficoltà italiane nel rispettare gli impegni iniziali.

Un altro elemento critico è la scarsa trasparenza sui dati di avanzamento. Nonostante le richieste di accesso agli atti (Foia), i dettagli sui progetti finanziati e sulla spesa sostenuta restano incompleti. Tale carenza impedisce un’analisi chiara dello stato di attuazione e delle criticità, accentuando i ritardi.

La revisione coinvolge 27 misure, modificando 45 scadenze, di cui:

  • 28 per circostanze oggettive
  • 10 per la correzione di errori materiali
  • 7 per l’introduzione di alternative migliori agli obiettivi originari.

Solo 8 scadenze hanno subito una revisione temporale, con sei proroghe e due anticipi rispetto ai termini iniziali. Le modifiche puntano soprattutto a semplificare i requisiti e allineare le misure alle nuove esigenze, ma spesso a scapito delle ambizioni iniziali.

Dopo quattro revisioni, il numero totale di traguardi e obiettivi del piano italiano è salito a 621, con 390 ancora da conseguire per ottenere i fondi europei. La sfida si fa più ardua: entro il 2026, restano da completare il 63% degli obiettivi previsti, con un significativo incremento delle scadenze legate alle ultime tranche di finanziamento.

L’ultima revisione è un tentativo di adattarsi alle difficoltà, ma solleva interrogativi sulla sostenibilità del piano a lungo termine e sull’effettiva capacità di rispettare le nuove scadenze. I ritardi accumulati rischiano di compromettere il successo complessivo del PNRR, pilastro fondamentale per il futuro del Paese.

IC