Quanti “occhi civici” serviranno per monitorare il PNRR?

Duecentosessantasette sono le pagine del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza;  sei le missioni (dalla digitalizzazione alla salute, passando per l’istruzione e l’inclusione sociale); sessantadue gli investimenti previsti per 235 miliardi di euro; una lunga serie le riforme propedeutiche (dalla semplificazione alla giustizia, inclusa una sulla prevenzione della corruzione e per le forme di trasparenza).

Quanti “occhi civici” serviranno per fare in modo che, di fronte a questi cambi epocali e a una mole di azioni in grado di coinvolgere tutti i territori e tutti gli ambiti dell’organizzazione della cosa pubblica, si converga davvero verso il bene comune? Che non si disperdano risorse e fiducia collettiva?

Premessa: ci abbiamo provato, e molto, a fare in modo che già in fase di ideazione del PNRR si prevedesse tanto una forte partecipazione quanto l’inserimento di forme di monitoraggio civico a garanzia di queste risorse e delle azioni propedeutiche alla loro spesa. Ci troviamo oggi con un PNRR che è stato aperto solo ad alcuni, ed un relativo piano della governance del Plan che esclude tavoli come quello dell’Open Government Partnership. Ovunque esista nel mondo, tale iniziativa assurge proprio a queste funzioni. Abbiamo provato a farci ascoltare, sebbene la nostra voce sia rimasta largamente non raccolta. 

Per monitorare, però, non bisogna chiedere il permesso. È la legge che ci riconosce già fin d’ora il diritto/dovere, quindi la responsabilità, di operare quel “controllo diffuso” dell’operato della pubblica amministrazione. E a maggior ragione vale per il PNRR.

Bisogna però sapere come farlo. O meglio, bisogna saper fare due cose. Sapere come monitorare un documento così complesso, e sapere attivare comunità monitoranti che ovunque s’impegnino a vigilare la realizzazione di quanto il Plan prevede.

Per perseguire questo doppio fine nasce LIBenter, che sta per L’Italia Bene comune Nuova, Trasparente, Europea, Responsabile.
Università Cattolica del Sacro Cuore, Cnel, Fondazione etica e Libera, assieme a ASeS, Openpolis, ISTeA, Osservatorio Civico PNRR e Gran Sasso Science Institute, hanno lanciato un’iniziativa che vuole unire competenze accademiche a competenze civiche, forte anche del supporto di istituzioni nazionali, per generare quegli occhi.