Terza Relazione Semestrale sul PNRR

E’ stata presentata lo scorso 31 maggio 2023 in Cabina di Regia a Palazzo Chigi la terza relazione semestrale sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Nella notizia pubblicata su www.governo.it si legge: “L’intento del lavoro fin qui svolto, ossia quello di rilevare le difficoltà registrate nella fase di attuazione del piano, ha uno scopo ben preciso: trovare le soluzioni per il pieno raggiungimento degli obiettivi finali.
Tale lavoro sarà svolto nell’ambito della nuova organizzazione della Cabina di regia che assicura un diretto coinvolgimento e confronto con il partenariato economico sociale.

Nel processo di revisione e aggiornamento del Piano, il Governo intende perseguire un proficuo confronto parlamentare, con l’intento di garantire la massima trasparenza nella rendicontazione dei risultati raggiunti e nella rappresentazione dello stato di attuazione di riforme ed investimenti. La puntuale descrizione dell’attività svolta, con riferimento a tutte le linee di intervento, intende mettere a disposizione del Parlamento uno strumento di valutazione dei progressi verso il conseguimento degli obiettivi finali del Piano”.

Tra le varie sezioni comprese nella relazione, di grande interesse risulta il nuovo capitolo sul confronto tra il PNRR italiano e i Piani degli altri Stati membri dell’Unione europea (Capitolo 2), a cui si fa una premessa necessaria: “I confronti devono considerare che le priorità dell’azione di politica pubblica in ciascuno Stato membro dipendono dal punto di partenza, ossia dalle caratteristiche del contesto nazionale e dalle sue specifiche criticità”.

Si parla dunque delle differenze nella destinazione di sovvenzioni e prestiti, vi sono delle stime sull’impatto che il Dispositivo per la ripresa e la resilienza avrà entro il 2024 in relazione all’aumento del PIL dello Stato interessato. La Grecia è al primo posto tra gli Stati che avranno maggiore impatto sull’economia nazionale, l’Italia al quinto, dopo Bulgaria, Ungheria e Romania. Un risultato deludente, considerando che l’Italia risulta il miglior beneficiario del Dispositivo. Viene citata anche la tempistica dei pagamenti: l’Italia è tra gli unici tre Stati membri ad aver presentato tre richieste di pagamento, tutte nelle tempistiche prestabilite.

Oltre alle evidenze sugli obbiettivi da raggiungere per il primo semestre 2023, e alle evidenze dei risultati conseguiti nel secondo semestre 2022, nel capitolo dedicato all'”Avanzamento finanziario e rendicontazione PNRR” (Capitolo 5) compare un sottocapitolo dedicato all’accesso ai dati per la gestione e l’analisi del PNRR, in cui viene data un’analisi più dettagliata (rispetto alle precedenti relazioni) delle funzionalità del Sistema ReGiS, ma soprattutto si parla della pubblicazione dei dati sul PNRR sul sito di Italia Domani (Open Data).

“Il 18 aprile 2023, sul sito Italia Domani, sono stati pubblicati i dataset aggiornati sui progetti del PNRR, a disposizione dei cittadini, delle organizzazioni e delle reti civiche per il monitoraggio civico. La pubblicazione di informazioni in formato aperto è funzionale ad assicurare la trasparenza e l’accountability nella programmazione e attuazione del Piano”.

Si annunciano, poi, nel mese di giugno, ulteriori aggiornamenti del Dataset di ItaliaDomani, che verrà integrato con:

  • Indicatori, con le informazioni sul contributo di ciascun progetto (CUP) al valore dell’indicatore comune e dell’indicatore associabile al target della misura che lo finanzia, come individuato nell’allegato riveduto alla Decisione del Consiglio del 13 luglio 2021
  • Gare Subappaltatori e componenti RTI del PNRR, con le informazioni sulle gare aggiudicate a Raggruppamenti Temporanei di Impresa (RTI) o affidate dagli aggiudicatari ai Subappaltatori.

Ma ancora più interessanti risultano essere le promesse seguenti: si preannuncia l’ingresso in una nuova fase di arricchimento progressivo dei contenuti, “volti a rendere disponibili open data in formato navigabile in una sezione apposita del sito”

Nell’analisi dei profili di attenzione del Piano (Capitolo 7), vengono, invece, delineate le prime evidenze dell’attuazione concreta del Piano. Le premesse hanno tutte tendenza negativa: il consolidamento della ripresa è stato interrotto dalla crisi energetica (acuita dal conflitto russo-ucraino) e da una conseguente dinamica inflazionistica; il sistema produttivo italiano è inevitabilmente sottoposto a una serie di pressioni che possono gravemente comprometterne la capacità di assorbire il flusso di investimenti derivante dal Piano. Emergono inoltre fattori quali la carenza di risorse umane che nel 2022 ha riguardato addirittura il 40% delle assunzioni e che “rischia di pregiudicare l’attuazione del Piano”, “soprattutto in settori centrali come quello delle costruzioni e quelli connessi alla transizione digitale e green, provocando una dilatazione dei tempi di attuazione o persino compromettendone la piena realizzazione”.

Inoltre, si sottolinea come le criticità organizzative e di rendicontazione dei soggetti attuatori, soprattutto se di piccole dimensioni, dovute principalmente alla mancanza di risorse umane e alla carenza di competenze gestionali e tecniche, a cui si aggiunge la “difficoltà da parte dei Soggetti Attuatori di aggiornare i dati sul sistema ReGiS a livello di singolo progetto” possano aggravare ulteriormente il processo di “messa a terra” del Piano. Spesso, si dice, che il Soggetto attuatore abbia provveduto a generare il CUP, ma non lo abbia poi corredato dei documenti necessari, risultando “irregolare” ai fini del monitoraggio degli investimenti pubblici necessario per la verifica del raggiungimento del target europeo.

I risultati del monitoraggio sull’attuazione del Piano mostrano differenti debolezze e difficoltà riscontrate dalle Amministrazioni nell’attuazione delle riforme e degli investimenti PNRR, emerse nel corso del primo semestre 2023, ma come emerge dalla Tabella 7.4, a pagina 127, il 55% delle misure ha riscontrato un solo elemento di debolezza.

Tuttavia, le conclusioni a cui giunge il Governo nella presente relazione non sembrano comunque volerci tranquillizzare: “(…)tenuto conto del quadro delle criticità sopra descritto, allo stato, alcuni obiettivi non sono tecnicamente rendicontabili senza modifica entro il 30 giugno 2023”.

Leggi la relazione completa a questo link.

Marta Venturelli